15-07-2019 Pago island, km 34
Al risveglio mi rendo conto di dove io sia. È un campeggio poco strutturato, sembra improvvisato, con due edifici fatiscenti adibiti a bagni, sembra sia sorto per caso in mezzo alla natura. C’è una vasta spiaggia con un forte vento.
Al posto del signore anziano c’è un ragazzo di 30 anni ( mi dirà la sua età successivamente ), Ivan. Mi chiede cosa io abbia e gli rispondo: i pain my back. Già il dolore che ho iniziato ad avvertire prima della partenza ora si è acutizzato e mi compromette la mobilità ( come se già non avessi problemi ? ).
Mi fa un pó di domande, poi gli dico che posso pagare con la carta e lui mi risponde che non è possibile; only cash. Only cash è la costante Croata. Discuisiamo un pó su questa questione. Le alternative, secondo lui ed un’altra ragazza che lavora nel campeggio è quella di farmi accompagnare in auto ad un cash point per prelevare e tornare.
Mi sembra un pó elaborata come soluzione e propongo di fare un bonifico, gli chiedo di chiamare il proprietario di farsi dare un iban d’appoggio e davanti a lui posso fare il bonifico.
Ho tempo di fare la doccia, andare al chiosco a comperare del cibo per la colazione, tornare e ancora non si ha risposta. Vorrei andare via peccato che abbiano la mia carta d’identità.
Dopo diverse chiamate al responsabile da parte di Ivan ad un certo punto torna il signore anziano che mi ha accolto la sera prima. Mi parla in croato e chiedo a Ivan di tradurre in inglese, sembra arrabbiato, “dice che non ha ancora dormito a causa mia…”. Tira fuori dalla tasca un foglio, lo strappa di fronte a me ( credo fosse dove avesse segnato il mio arrivo ) mi da la carta d’identità e se ne va.
Finalmente, posso andare via. Riprendo la strada fatta la sera prima, sale, caspita se sale , l’ultimo pezzo devo spingere.
La situazione è la seguente: ho un forte mal di schiena e avverto astenia ( spossatezza data dalla malattia ) sono privo di energie.
Sulla strada vedo un piccolo centro, c’è un supermarket mi fermo a comperare acqua e cibo. Chiamo Davide l’osteopata che viene in palestra e gli racconto la problematica alla schiena. Mi dice che potrebbe essere, in base alla mia descrizione, un blocco iliaco-sacrale che la spasticità accentua questa problematica. Mi dice per telefono che dovrei essere manipolato, mi da qualche dritta e ovviamente mi dice di riposare.
Dico ovviamente anche perchè non ho benzina. Trovo un campeggio ad 11 km a Povljana e mi dirigo in quella direzione. 11 km che sembrano eterni, mi si chiudono gli occhi mentre pedalo.
In ogni caso arrivo, monto la tenda e mi rilasso, faccio cena abbondante e mi addormento e rifletto.
Il mal di schiena è comparso due gg prima della partenza, avrei probabilmente dovuto farmi trattare da Davide.
Tutto ció a causa del tempo. Il tempo che mi condiziona, il 5 Agosto dovró essere a Torino, purtroppo questa data mi ha condizionato e sono partito non curante del fastidio alla schiena, poi la voglia di viaggiare dopo i tre mesi di ospedale dell’anno scorso hanno contribuito a non farmi vedere la situazione lucidamente, quando sono in bici in giro e come l’altro ieri le gambe rispondono, mi dimentico di avere una malattia, la mia testa viaggia e mentre pedalo mi faccio pervadere dai luoghi che attraverso e cresce questa fame di vedere, visitare, scoprire.
Ora sono qui, la prenderó con calma senza pensare devo arrivare a… dove sará, sarà, in fondo se penso che l’anno scorso entravo in ospedale per il secondo ricovero dei tre totali che ho fatto in tre mesi…bè sono contento cosí, in Croazia in bici.
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