15-08-2018 primo week di fisioterapia al C.R.R.F. Trompone a Moncrivello
Oggi con il day off dovuto alla festività di Ferragosto, trovo il tempo di mettere le idee in ordine e fare un’analisi di questa prima settimana al C.R.R.F. Trompone di Moncrivello.
É un centro di recupero e riabilitazione funzionale per persone con problematiche motorie causate da ictus, ischemie, malattie degenerative, traumi midollari ecc.
Come ho scritto nell’articolo precedente, sapevo che avrebbe avuto un impatto a livello psicologico.
Premetto che ho insistito io per poter avere l’opportunità di fare fisioterapia mirata in un centro di recupero funzionale, la D.ssa Cavalla, resp della Neurologia delle Molinette, dalla quale sono seguito, a suo tempo mi parlò del Dott. Solaro, neurologo specializzato nella fisioterapia per chi ha problemi motori legati alla Sclerosi multipla. Così circa un anno fà ebbi l’occasione di fare una visita presso questa struttura ed impostammo una terapia con la tossina botulinica per far fronte alle problematiche legate al soleo del polpaccio destro.
Dopo diverse vicissitudini, cambio terapia, ricoveri vari per ipertiroidismo e prostatite, il 06-08-2018 finalmente eccomi qui al centro di recupero funzionale per iniziare questa nuova avventura, il famoso terzo round di cui ho parlato.
Ho voluto questo ricovero per darmi la possibilità di comprendere quali siano i mie deficit, toccarli, metterli a nudo con esercizi che mi facciano comprendere quanto siano « radicati », per comprendere come e quali fasce muscolari siano coinvolte nei deficit di movimento che avverto quotidianamente, nella deambulazione e movimenti quotidiani e per capire se, con una strategia mirata si possa mantenere e….forse «recuperare» qualcosa.
Lunedí 6 Agosto entro nella struttura, vengo immediatamente accolto e portato in camera. Dopo poco si presenta lo staff medico che mi visita, prende visione della cartella clinica degli ultimi due ricoveri, in contemporanea con lo staff infermieristico che si accinge a prendere i parametri, saturazione, pressione, elettrocardiogramma. La visita è di circa un’ora, dettagliata, con domande da entrambi e prove pratiche per una prima valutazione.
Sono un paziente “fuori standard” nel senso che in questo centro, arrivano malati o decisamente più gravi o con standard “sportivi” più ridimensionati.
Io sono un malato di sclerosi multipla con deficit motori, ma grazie al mio passato di ex atleta e al mio continuo lavoro assiduo di mantenimento, almeno al momento ( e qui per scaramanzia…tocco gli attributi ), mantengo ancora una capacità di movimento più elevata di ciò che la mia cartella clinica e le mie lesioni vorrebbero impormi. Non ultimo il mio ultimo viaggio ad Ottobre scorso da Barcellona a Tarifa in bici.
Non sottolineo questo per dire: Wolf é un figo, solo per far comprendere quanto l’esercizio fisico sia importante legato ad un atteggiamento positivo.
Dopo questo colloquio, vengo assegnato a Fabio, uno dei fisioterapisti del centro.
Il giorno dopo inizio.
Per tutta la settimana ho effettuato, esercizi di propriocezione, con tavolette, su tappeti di diversa consistenza e su una pedana elettronica collegata ad un monitor con dei «giochi» da fare mediante lo spostamento del peso del corpo e la pressione della pianta dei piedi, con livelli di difficoltà crescenti.
Elettrostimolazione, onde d’urto per stimolare i fusi neuromuscolari che regolano l’allungamento delle fasce muscolari.
Esercizi di stretching, cyclette per il riscaldamento ad inizio sessione e il defaticamento, circa 30’ all’inizio e fine sessione. Esercizi per il rinforzo del piccolo e medio gluteo, tensore della fascia lata e psoas ( i muscoli del bacino ), muscoli deficitari con fitball e a corpo libero, mediante isometrie o mediante esercizi di propriocezione specifici.
Una delle cose positive e che c’é una collaborazione in base al mio «vissuto da atleta e bagaglio di esercizi » e le competenze specifiche del fisioterapista, quindi viene creata una fisioterapia « su misura » con prove di esercizi che possano adattarsi al mio grado di deficit e di conoscenza e sensazione che ho del mio corpo. Un lavoro quotidiano.
Il mio fisioterapista si confronta con altri per trovare la strategia più idonea.
Altra nota é la grande disponibilità di tutti gli operatori della struttura, dagli infermieri, oss, e fisioterapisti tanto da allungare la mia permanenza in palestra oltre le tre ore quotidiane che all’inizio rapporto mi erano state destinate.
In tutto questo non sono mancate le note « forti » di carattere psicologico che già immaginavo ma che non potevo prevedere né in intensità né modalità.
Il tutto é successo al terzo giorno di fisioterapia, giovedì scorso, dove a seguito di una situazione da me percepita emotivamente poco sostenibile…mi sono allontanato repentinamente dalla sala dov’ero a fare un esercizio e mi sono recato nell’altra con fare brusco. A seguito di un appunto del fisioterapista per questo comportamento, ho perso il controllo e ho risposto in maniera nervosa e decisamente non consona per il contesto.
Questo episodio é stato, giustamente trattato con un colloquio da parte del Primario e in seguito ad una mia rielaborazione dell’accaduto, con il mio fisioterapista e gli altri presenti al momento.
Mi spiego meglio:
In 10 anni di malattia, non ho mai voluto scambi con altri malati di SM, l’unica persona con cui mi relaziono sulla materia é Lara una ex atleta di Judo che ora si allena di Bjj. Ho sempre evitato forum e quant’altro per non farmi influenzare, per evitare condizionamenti, la malattia é soggettiva, colpisce aree diverse ed ogni singolo soggetto reagisce alle terapie e agli stimoli in maniera differente. Con Lara é diverso perché é un ex atleta ed ha una visione affine alla mia e ci capiamo.
Dentro di me c’é una parte, che é convinta che se la « caverà sempre », quando affronto una difficoltà, quando vedo un peggioramento della salute o affronto situazioni critiche di altra natura, quando la vita si mette di traverso e cerca di farmi inciampare.
Quella che mi spinge a partire per i miei viaggi in bici in solitaria, senza programmare nulla, che mi fà accampare all’occorenza ( in Francia a Fontineaubleau ) in un garage sotterraneo al secondo piano interrato dietro ad una colonna dopo una giornata di pioggia, o che mi ha fatto fare match al di sopra delle mie « possibilità » perdendo ma non andando ko.
Bene questa parte, credo di averla sviluppata da subito, nascendo di 6 mesi 41 anni fà. Subito una lotta per la sopravvivenza.
Quindi, non permetto a Nessuno di provare ad intaccare/scalfire questa mia parte interiore. Per me é sacra.
Se qualcosa la minaccia, o qualcuno, é scontro aperto.
Qui in questa situazione…vi assicuro che sono andato in crisi, non poco. Qui mi scontro con la mia paura, quella di perdere l’autonomia.
Vedere e stare a contatto 24h su 24 con chi ha la tua medesima patologia ma al momento é meno fortunato ed é su una carrozzina……assicuro é dura !
Ho avuto paura ! É una situazione forte !
Mi sono svegliato di notte ed un mattino appena sveglio ho anche pianto, poi ho avuto questa reazione.
Dopo, però, dopo ho trovato una tranquillità interiore, dopo aver capito e aver motivato agli operatori questa mia visione e la motivazione di questa reazione.
Ho iniziato a trovare ancora maggior collaborazione, appena possibile mi é stata data una stanza singola, imprestato tutte le sere un tappeto della palestra per fare stretching ed esercizi appena sveglio o nei momenti di chiusura della palestra.
Ho avvertito Umanità e comprensione da parte di Tutti, fisioterapisti, staff infermieristico e lo stesso primario.
Io stesso sono entrato in sintonia con chi sta condividendo con me questo periodo di degenza, cenando insieme e cercando di rendermi utile al bisogno, sono il più fortunato, quello con la maggiore autonomia con i deficit minori.
Ci sono persone con cui pranzo e ceno, che vivono in carrozzina, magari é solo momentanea la disabilità, perché colpiti da ictus stanno seguendo un percorso riabilitativo, ma non é meno dura di ciò che affronto io. C’é anche chi é proprio costretto a convivere con questa condizione ma affronta la vita con il sorriso, scherza, ride e pur fra mille difficoltà riesce ad essere gentile nei modi di fare.
Non ultimi gli operatori, lo staff infermieristico e gli oss che quotidianamente li segue, con pazienza, molta pazienza se é il caso li imbocca, li pulisce, usa parole gentili per calmarli.
Stò imparando tanto, stò crescendo tanto.
Sono come un aracnofobico che é stato fatto entrare in una stanza piena di ragni a cui é stata chiusa la porta….questa, in 10 anni di malattia é l’esperienza più forte che stò vivendo. Mi stò scontrando con la mia paura più grande, guardo in faccia la capacità distruttiva della malattia che é dentro, fà parte di me.
La stò guardando negli occhi, ma se quel giovedì mi ha fatto mettere « il culo a terra »…mi sono rialzato…ho alzato le braccia all’ 8 dell’arbitro, ed ora dovrà impegnarsi, dovrà sudarselo questo match, perché Wolf, ora stà imparando ad adattarsi, nuove tecniche per contrattaccare, per farle capire alla subdola che anche se l’ho guardata negli occhi…non avrà vita semplice.
Cerco di sfruttare al meglio il tempo e le competenze che i fisioterapisti mi dedicano, la logopedista e tutto lo staff, a tempo debito trarrò le somme.
Per ora, « iniziativa, mento basso, sciolto e lucido » lo ripetevo sempre durante il riscaldamento prima dei match. Domani si continua sempre motivato !
Fabio che dire.. Continuare a farti i complimenti su come stai affrontando la malattia mi sembra davvero riduttivo e poi come tu dici.. non lo fai per riceverli, non è il tuo fine.
Una cosa però devo dirtela, c’è qualcosa nei tuoi ultimi articoli che prepotentemente emerge (intanto condivido con chi ha scritto sottolineando il tuo bellissimo paragone con la boxe nel tuo penultimo racconto!)
emergono le emozioni ed un sentire profondo, riesci a trasmettere empaticamente i momenti con le paure, i momenti di rabbia che però magicamente la forza, il coraggio e il cuore trasformano il match successivo a tuo favore e direi leggendoti anche a nostro favore!
Ed il tutto riesci a farlo passare senza sottolinearlo, senza forzarlo e in alcuni passaggi anche senza scriverlo!
Quello che racconti spero possa contaminare aiutando sempre più persone e per che no, spingerci a fare anche qualcosa di più concreto, dandoti una mano nel realizzare i tuoi futuri progetti.
Semplicemente grazie. ?
Leonardo
Tempo, pazienza e lavoro intelligente. Mi riempie di orgoglio fare parte del tuo percorso.
Sei un leone amico mio tanta tanta stima è emozionante leggere tutto ciò. Ti Auguro il meglio Ragazzaccio un abbraccio grande grande e spero a presto. VINCI WOLF.
Ciao Fabio, è la prima volta che scrivo sul tuo blog e per questo sono emozionato. Le difficoltà che stai affrontando le sai solo te. Razionalmente posso dirti che ti capisco ma emotivamente sarei un bugiardo se lo dicessi. Attraverso il tuo blog mi permetti di capirti piano piano anche po’ a livello emotivo. Sento di riuscire a sentire meglio cosa stai passando. Sempre a livelli non sufficienti ma senz’altro un po’ di più rispetto a prima. Attraverso il tuo blog ci permetti inoltre di conoscere questa malattia. Come giustamente scrivi, in internet si trovano diverse versioni e ogni persona ha un vissuto differente e quindi sarebbe riduttivo farsi un idea attraverso Google. Il tuo progetto, di cui abbiamo avuto modo di parlare diverse volte, è molto ambizioso ed è rivolto a tutte le persone che hanno questa malattia. In questo momento di grande difficoltà riesci comunque a pensare al prossimo. Sei davvero una bella persona! Per questo progetto hai bisogno di aiuto, sostegno perché da soli è più difficile da attuare. Per questo mi piacerebbe, e scommetto di non essere l’unico, aiutarti. Nel frattempo buona riabilitazione e continua a combattere da vero atleta. Non sono mai stato un sportivo a livelli alti e neanche amatoriale ma conoscendoti ho capito che, non conta la disciplina, non conta quale sia l’avversario, l’importante è non smettere di combattere! Un abbraccio e a presto!
Ti ammiro….per ora non ho altro da aggiungere …ho letto tutto d’un fiato…
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