28-07-2019 from Prevesa to Mitikas, Km 70
Una volta sveglio al campeggio di Prevesa, smonto e impacchetto il tutto, poi litigo un’ ora buona con il sito di gofundme.com per un richiesta via email e delle impostazioni che da cell non trovo. Sarà poi Roberto Garaffa, colui che mi sta aiutando per il crowdfunding su : gofundme.com/160cm a risolvere il problema.
Quindi per un motivo o per un altro, parto tardi ?.
É una giornata dove é chiaro che non ho molta voglia di pedalare ed ho fame…capita anche a me. Quindi faccio una prima sosta dopo soli 5 km, in una bakery, classico panificio e faccio colazione abbondante.
Qui incontro un ciclista con una bici da corsa, che viaggia in senso opposto. Come normale ci si saluta, mi fa qualche domanda poi ci sediamo allo stesso tavolino. Lui é Dirk, un uomo sulla cinquantina, Tedesco che vive in Svizzera ed é qui con la famiglia ma ha la passione della bici e se l’é portata con se per fare qualche sganbettata.
La sua bici pesa 8 kg…un momento d’invidia l’ho nutrito.
Riparto, arrivo sulla punta del lembo di strada che percorro, bisogna attraversare il mare per approdare dall’altra parte.
Ci sono due possibilità: 1) un tunnel di 3km severamente vietato alle bici, 2) via mare su una nave che fa da spola 3) con un taxi.
La 3 non la considero proprio.
Mi rivolgo alla capitaneria del porto per capire quale servizio offra. Il servizio é fino alle 12:30 con una nave che fa da spola fra le due rive, ma sono le 13, quindi la signora mi suggerisce di prenderlo il mattino seguente.
Oppure mi suggerisce un taxi, lo chiama per sapere se mi può trasportare con bici e borse al seguito. Quindi mi dice di prendere la strada che mi conduce al tunnel, secondo lei verrò fermato perché é proibito. A questo punto mi fornisce il numero per chiamare un taxi e dirgli che devo assolutamente passare il tunnel perché ho l’aereo in partenza. Si raccomanda anche di non pedalare in quell’orario perché fa caldo, di stare in spiaggia e poi ripartire.
Ok, ringrazio, prendo il numero e mi dirigo all’imbocco del tunnel.
Mentre pedalo penso: ma in un luogo dove vige l’anarchia, dove le persone non usano il casco nemmeno su moto di grande cilindrata, non usano le cinture di sicurezza, non rispettano nessun tipo di regola, proprio questi tre km sono interdetti al passaggio bici?
Così dopo aver perso un’altra ( dopo quella persa sul sito di gofundme ) ora nel capire come attraversare il lembo che mi separa dall’altra costa, metto il gilet catarinfrangente, accendo le luci e inizio il tunnel sul lato dx dove c’é una sorta di marciapiede. Lo percorro tutto in sicurezza, sbuco dall’altra parte e passo al casello fra le due sbarre, ( la casellante manco mi ha notato ).
Questo passaggio mi ha permesso di accorciare parecchio l’itinerario di oggi. Diversamente avrei dovuto percorrere km 138 contro i 70 che ho percorso per arrivare nel medesimo luogo.
Contento della mia scelta, mi dirigo verso il campeggio che ho puntato su maps.me. Percorro parecchia strada su vie secondarie, dove ci sono spesso animali, come mucche, pecore ma a volte anche cani, cani liberi, mi é capitato anche in Albania che pedalando qualche cane randagio mi seguisse. Il problema serio lo incontri se trovi il branco, anche il singolo può essere pericoloso ma il branco lo é decisamente di più.
Durante il percorso incontro due cicloviaggiatori Francesi da Toulouse, carichi anche loro ma con bici con ruota diametro 28, la mia é 26, potrà sembrare una piccolezza, in realtà ad ogni pedalata, essendo il diametro maggiore, percorrono più strada. Poi certo « la gamba » fa e il carico anche, comunque si affiancano, scambiamo due chiacchere e poi si allontanamo, sono decisamente più veloci di me. Amen io proseguo con il mio ritmo.
A Kekropia vedo il cartello che indica che sto percorrendo una parte della strada della EuroVelo 8 quella del Mediterraneo, infatti la strada é poco trafficata, c’é un bel panorama, ed é un sali e scendi, non duro come quelli affrontati prima della Grecia ma c’é.
L’ultimo tratto é abbastanza pianeggiante, sulla costa da dove si vede l’isola di Kalamos, l’effetto é molto bello, con l’avanzare vedi l’isola da diversi punti di vista. Questo tratto di strada sulla costa l’ho particolarmente apprezzato, per il panorama complessivo, i colori e i punti di vista durante il percorso.
Arrivo al campeggio che da sul mare, chi mi accoglie mi da un pò di acqua fresca, mi sistemo e poi vado a cena nella tavernetta del campeggio, dove si mangia decisamente bene.
É stata una giornata non troppo calda, rilassante, 70 km fatti in scioltezza per defaticare. Con la pancia piena dopo una birra fresca si riposa meglio.
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