09-12-2018 trip until Caramagna, km 72

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Sabato 8 Dicembre faccio un giro in bici per le vie di Torino dopo aver fatto commissioni. Arrivo in piazza Vittorio Veneto passando dal  parco del Valentino, costeggiando il fiume Po. Osservo da Corso Cairoli i Murazzi deserti, ricordando i tempi in cui erano gremiti da un fiume di persone, che brulicavano fra le arcate che ospitavano i locali, come formiche che si muovevano irrefrenabili all’interno di un  formicaio composto da decine di stanze…. quante serate passate e quante storie si sono intrecciate. 

Arrivo in piazza Vittorio e mi soffermo sul lato dx ( con alle spalle la gran Madre ), osservo i locali, il viso dei passanti, la movida dell’aperitivo che si appresta a danzare e banchettare in un rituale sempre uguale a se stesso ma con la speranza dell’inatteso… 

Mi fermo e scendo dalla bici. Lego il caschetto alla borsa sx e prendo la bici per mano. 

Dopo poco mi accorgo che stó passeggiando sotto i portici con la bici, cammino, lentamente 3km/h…guardo le vetrine, mi guardo in torno…passeggio, lentamente ma passeggio. 

Puó sembrare “stupido” ció che scrivo, ma mi rendo conto che passeggio con la bici per mano, lentamente senza pensare troppo. Stó attento a come faccio il passo ma lo faccio e vengo pervaso da una strana uforia, come di un qualcosa che si ha conoscenza ma che è rimasto sopito per lungo tempo. 

È dal Settembre 2015 che non mi capita di passeggiare cosí spensieratamente…  

Cosí cammino da piazza Vittorio fino a piazza Castello sotto i portici e poi ancora tutta via Roma.  

Mi addormento con questo bel “regalo di natale” e oggi il 9/12, nonostante il vento, decido di fare un giro in bici, nulla di impegnativo, quasi tutto pianeggiante ma voglio pedalare senza attacchi ( senza usare le scarpe con gli attacchi SPD che si agganciano ai pedali )  

Uso un paio di scarpe da ginnastica normali con suola piatta e mi dirigo verso Carmagnola. La pedalata senza agganci è differente, specialmente se si usano pedali predisposti anche per gli agganci SPD, da una parte c’è lo spazio per l’aggancio, dall’altra il pedale è piatto per pedalare normalmente..ma la superficie è ridotta. 

Nonostante le problematiche al soleo dx e al tibiale e peronei..il lavoro di fisioterapia svolto in questo periodo dà qualche frutto. 

La pedalata non è perfetta ma riesco a compensare e con il passare dei km diviene più fluida e più “rotonda”.. la spinta è più uniforme, concentrandomi e facendo attenzione alla posizione del piede dx riesco a dare continuità alla pedalata.

Arrivato a Caramagna torno in dietro, il vento è aumentato e per 10 km me lo trovo di fronte a darmi quel “valore aggiunto” al tratto che diversamente potrebbe risultare noioso.  

Cosí dopo 72 km poso la bici. https://youtu.be/cElxzXITCUE

Queste piccole differenze che ho raccontato, per me, vogliono dire molto e mi ripagano di tutto il tempo che passo a fare gli esercizi di propriocezione e stretching. Con una malattia degenerativa..riuscire ad avere piccoli miglioramenti è importante sicuramente per il mantenimento dell’autonomia ma anche per il morale: il pensiero fà l’azione… 

Questo weekend è stato decisamente positivo, pronto per iniziare una nuova settimana, come mi disse il Dott. Solaro ( primario del Trompone, C.R.R.F. di Moncrivello ) : “ da zero a cento, cinquanta è un buon compromesso”, vero, ma io miro a 60 o a 70…..?  

 

2 commenti
  1. Davide
    Davide dice:

    Ieri ti ho chiamato ma probabilmente eri in bici a quanto leggo . Forza Fabio !
    Continua a macinare Km , l obbiettivo dei “60/70” risulterà sempre più vicino.
    Un abbraccio , Davide .

    Rispondi

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