30/10/17 Riflessioni:

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Dopo qualche giorno, ripresa la quotidianità, la routine…impegni, visite mediche, lavoro, le classiche problematiche legate agli imprevisti e a cose lasciate…

cerco di comprendere il “retrogusto” di questa vacanza.

Bè…é stata una vacanza, un viaggio, un’esperienza con diverse prime volte !

Si prime volte:

1) la prima volta senza roaminginternazionale, per i cittadini appartenenti alla comunità Europea

2) la prima volta che ho pedalato con il Botox

3) la prima volta che parto senza allenamento

Per quanto riguarda il roaming, spesso ho pensato a questo mentre pedalavo. Mentre pedalo tengo il cell off-line, l’app che utilizzo ” maps.me ” una volta aver scaricato le mappe, funziona off-line esattamente come un navigatore.

Quando pedalo voglio pensare e “sentire” concentrarmi, vivermi ció che faccio, il cellulare attivo é un elemento di disturbo, deconcentra, segmenta i momenti, fraziona le sensazioni. Voglio, ho necessità di entrare in contatto con ció che mi circonda e con Me stesso.

Ma “Sapere” di non aver necessariamente bisogno del wifi per essere connesso o di poter chiamare a casa, amici ecc. al bisogno, mentalmente ha abbattuto la barriera spaziale.

Mi é particolarmente servito quando da Tarifa ho dovuto contattare la banca per bloccare il bancomat fagocitato dallo sportello nel campeggio ….

Mi é servito per contattare il contact center di GNV, per avere conferma della data, dell’ora di partenza e del prezzo del biglietto per la Nave da Tangeri med a Genova.

Diciamo che nel momento “del bisogno” é stato utile, anche se só che in altri modi me la sarei potuta cavare ma un pó di comoditá a volte non guasta !

Ho prima scritto: ” Mentre pedalo tengo il cell off-line ” si… non solo per godermi ció che vedo e sento senza distrazioni ma anche per VIVERE IL PRESENTE. Quando sono in viaggio ho momenti dove penso a ciò che é stato a ció che magari sará ma poi mi immergo nel presente, vivo il panorama del luogo che attraverso, osservo la strada e le indicazioni, cerco di notare i particolari.

Spesso mi capita di fermarmi e scattare una foto o di tornare in dietro perché ho notato uno scorcio di paesaggio o un’architettura che mi piacciono e penso: interrompo l’andatura, é un viaggio, il mio viaggio e chissà se mai ripasseró di qui in bici.

E dopo ore mi accorgo di aver pensato al “qui ed ora” al presente e stó bene, soprattutto quando mi trovo in un contesto dove sono da solo sulla strada, magari in una stradina non asfaltata con la vegetazione da un lato ed il mare dall’altro o su strade che si insinuano in mezzo alle montagne, dove al calar del sole si possono scorgere le luci delle sottostanti cittadine, il rumore del traffico e sentir in maniera nitida il cantare dei grilli. Lí stó bene, in pace, sereno io e la mia bici che assume una valenza altra del solo oggetto atto a portarmi in giro ma si veste di un’anima, diviene parte di ME…un’estensione delle Mie gambe.

Quando sono in viaggio apprezzo sempre di più i paesini rispetto alle grandi città. Le persone sono più cordiali, più pazienti, più ospitali.

Il PRESENTE é il tempo in cui vivono per la maggior parte i bambini, un tempo spensierato. Quando sono in viaggio, dopo il primo periodo che trovo più duro a causa dei ritmi non ancora corretti, ancora cittadini e i pensieri che ancora scorrono su binari non vacanzieri, successivamente quando trovo o meglio dire “ritrovo” il giusto ritmo allora si penso al presente e mi vivo ció che faccio, ció che mi circonda e le decisioni sono legate al momento immediatamente successivo. La mente si libera e sono rilassato.

Per Me viaggiare è catartico.

Non mancano anche momenti tristi, di malinconia, per situazioni appena vissute o per ferite ancora aperte…allora lo stare con me stesso per ore mi dá modo di ascoltarmi e leggere, decifrare, scindere i pensieri, le varie sensazioni che vivo, magari tutte arrovellate fra loro, simultaneamente, come se ci fossero piú persone che in maniera poco educata parlano tutte contemporaneamente. É come se il ritmo della pedalata, la cadenza, mi aiutasse a dare “regolarità” o “presunta tale” anche ai miei pensieri.

Il tutto anche influenzato da ció che mi circonda. I paesaggi, gli odori, le opportunità di interazione con ció che mi circonda e attraverso durante il viaggio, in parte influenzano il mio mood…ed in parte io influenzo il contesto in cui mi trovo, intendo la positività, se ne sono pervaso, quasi sempre mi capita qualcosa di bello, conosco qualcuno che mi aiuta e al momento opportuno mi fornisce la giusta risposta/indicazione o in qualche modo mi favorisce. Scrissi già in un altro articolo di come durante questi tipi di vacanze come descritto da “Vladimir Propp, Morfologia della fiaba, 1928 “, ci siano gli aiutanti e gli opponenti, dove per opponenti nel mio caso sono tutte le situazioni sfavorevoli, ex: lo sportello che fagocita il bancomat a Tarifa e gli aiutanti sono il camioncino del soccorso stradale che si materializza nel momento in cui mi perdo e mi indica la retta via.

Io la vivo cosí. Come un viaggio nei luoghi e un viaggio dentro di me che mi aiuta a fare chiarezza a capirmi, dove mi arricchisco delle persone che incontro dei luoghi che vedo, dove mi ascolto mi confronto con me stesso, con la mia malattia, le parlo, la sfido la metto alla prova…a volte innesco una competizione, in ogni caso le faccio sentire che io CI SONO, sono Presente, Vigile senza timore riverenziale.

Per me la vacanza in bici é anche questo.

Il Botox, la tossina botulinica che mi è stata iniettata il 23/8/17 nella misura del 60% sul soleo e nel 40% sul tibiale anteriore, per ridurre i cloni achillei ( spasmi che non riesco a controllare a seguito di sforzo prolungato ) che limitavano la pedalata in continuitá, forza, efficacia.

Anche se é un pagliativo il cui effetto vá nell’arco di qualche mese a scemare, mi ha aiutato e permesso di pedalare per ore in salita senza tremolio del piede. Appena passerá l’effetto dovró comprendere insieme allo staff ospedaliero/fisioterapico come procedere.

Quest’anno ho pedalato poco causa contrattura/infiammazione del soleo, popliteo e bicipite femorale coadiuvata dalla condropatia al ginocchio sx.

Sono partito con quattro/cinque uscite effettuate tra Valchiusella e valli di Lanzo ma mai pedalate lunghe o che mi abbiano impegnato per molte ore in sella.

Sono partito con l’incognita allenamento, con nelle gambe i km effettuati in città e l’incognita Botulino.

Bè è andata meglio del previsto. KM 1717 in 18 giorni. Una media ( ammesso che in un cicloviaggio abbia importanza ) di 95KM di media odierna, su un percorso impegnativo, uno spaccagambe up and dow. Mi ritengo soddisfatto ha fatto soprattutto bene al mio umore alla mia autostima.

Nonostante tutto…posso ancora !

È stata una vacanza, esperienza proficua sotto tanti punti di vista.

Con un pò di fortuna con la testa giusta posso ancora sognare un altro viaggio e pensare già all’equipaggiamento e la nuova meta da raggiungere i luoghi da visitare.

Cosa sò fin da ora e che il prossimo viaggio sarà bici piú aereo. Basta con treni e navi. L’esperienza l’ho fatta, l’ho vissuta…dove possibile e utile bici più aereo, per l’andata e ritorno. Ciò mi permetterà di allungare i giorni pedalati e di avere, sulla carta, meno stress per il percorso. Si vedrà, ora continuo con l’idea del prossimo viaggio, luoghi e attrezzatura, bici….ho già in mente una destinazione…step by step.

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